“E’ con sconcerto e rabbia che abbiamo appreso una notizia contenuta nella relazione sul bilancio che verrà presentata il 9 giugno all’assemblea di Fincantieri: l’amministratore delegato Giuseppe Bono ha incassato azioni e quote di retribuzione per un totale di 4 milioni di euro. Una notizia tanto più indecente nel momento in cui milioni di lavoratori italiani sono rimasti senza reddito e vivono con apprensione l’annuncio di un futuro incerto” a dirlo sono Maurizio Acerbo e Antonello Patta di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Giuseppe Bono é terzo nella classifica dei manager delle partecipate dallo Stato più pagati, essendo preceduto da Claudio Descalzi dell’Eni (5,69 milioni) e da Francesco Starace dell’Enel (5,4 milioni).
“Come si può sopportare la retorica del richiamo all’unità morale del paese, quando si rende così scandalosamente evidente che non siamo tutti sulla stessa barca e che molti pagano mentre pochi continuano ad arricchirsi?” si domandano il segretario nazionale e il responsabile nazionale del lavoro di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Per il partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea occorre fissare un tetto massimo delle retribuzioni del manager che non può essere superiore a 10 volte quella di un operaio.
“Almeno così si preoccuperanno di far crescere anche i salari” continuano con sarcasmo Maurizio Acerbo e Antonello Patta per poi concludere con una domanda sulla riconferma di Giuseppe Bono che, vantando la fortissima sponsorizzazione di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, tra i suoi meriti avrà forse: “quello di aver consentito un sistema di sfruttamento di migliaia di lavoratori migranti nei subappalti?“.
di Redazione – EmmeReports