Rosario Pergolizzi, con una intervista al Corriere dello Sport, ha spiegato il suo addio al Palermo, anticipando di qualche ora il comunicato ufficiale che domani la Società di Viale del Fante rilascerà al termine del Consiglio di Amministrazione.
“Sarei rimasto volentieri, ma ora si vuole un allenatore più esperto. La piazza lo chiedeva e l’ha fatto capire. Si cerca un nome importante e con un passato diverso dal mio, però non è detto che un nome vinca di sicuro” ha affermato Pergolizzi.
Il tecnico della promozione in serie C ha voluto anche ribadire come “comunque ho portato a termine la missione che mi ha affidato la società e ho avuto la fortuna di allenare una squadra di persone vere e le telefonate che ho ricevuto ne sono la dimostrazione, ho lasciato qualcosa anche ai più esperti”.
“Ora il mio futuro è altrove, ma Palermo rappresenta l’apice, una scuola di vita. È come aver fatto cinque anni in uno. Richieste di altre società? Forse” ha concluso l’oramai ex tecnico dei rosanero.
C’è amarezza nelle parole di Pergolizzi: “Qualcuno mi ha mancato di rispetto. Non la società, comunque…” ma anche attaccamento al Palermo: “L’amicizia, il rapporto e l’affetto con tutto lo staff: collaboratori, medici, personale: una famiglia. Abbiamo lottato contro un nemico invisibile che voleva portare scompiglio. Col senno di poi, accetterei di nuovo Palermo? Tutta la vita!“.
Molto probabilmente Rosario Pergolizzi ha voluto fare riferimento alle minacce di morte ricevute ad inizio anno via social da parte di qualche “pesudo-tifoso”.
Minacce che furono prontamente stigmatizzate dal Club: “Da quando esistono i canali ufficiali del nuovo Palermo, non un solo commento è mai stato cancellato, mai. Questo perché, nel bene e nel male, questo bar dello sport virtuale vuole essere un “luogo” di confronto, di divergenze se è il caso, ma pur sempre di condivisione, di ascolto, di scambio. Tra tifoso e tifoso, tra tifoso e società, tra società e mondo intero. Davanti a commenti come questi, tuttavia, non possiamo lasciare che per colpa di pochi, il “bar virtuale” diventi una trincea di odio, violenza e attacchi personali che non hanno un bel niente a che fare con lo sport, il gioco del calcio e la passione per la squadra del cuore. Per questo, abbiamo deciso di cancellare questi commenti e così faremo se ne dovessero arrivare altri dello stesso tenore. Non rappresentano quello in cui crediamo. Il tifo è un’altra cosa”.
di Redazione – EmmeReports