Dopo l’Accademia Navale ha frequentato il corso di pilotaggio presso le scuole di volo della US Navy, conseguendo il brevetto di pilota militare d’aeroplano a Corpus Christi (Texas) e di elicottero a Whiting Field (Florida).
Nella sua carriera da pilota ha partecipato a diverse missioni operative, in Afghanistan, nell’ambito dell’Operazione ISAF, in Libano nelle Operazioni Mimosa e Leonte, a L’Aquila nell’Operazione Gran Sasso e ad Haiti nell’Operazione White Crane.
Nel 2015 ha frequentato il corso da Test Pilot presso la US Naval Test Pilot School, per poi essere assegnato, nel 2016, al CSA, di cui è Comandante dal 2018. Ha totalizzato più di 2100 ore di volo, effettuate su 36 aeromobili (23 elicotteri leggeri, medi e pesanti, e 13 aerei, compreso l’aliante e il jet supersonico).
Ha conseguito la qualifica per poter appontare su ogni tipo di nave, di giorno e di notte (anche con visori notturni Night Vision Goggles) e nel suo pregresso operativo ha acquisito la cosiddetta caratteristica Eliassalto, dedicata alle operazioni anfibie e speciali. Attualmente è Istruttore di Specialità Sperimentatore.
Non stiamo parlando del Captain Pete “Maverick” Mitchell, il famoso protagonista d Top Gun, ma del Capitano di Fregata Andrea “Pingi” Pingitore, un ufficiale pilota della Marina Militare.
Comandante, qual è stato il contributo del Centro Sperimentale Aeromarittimo della Marina Militare nell’emergenza nazionale?
Il CSA è attualmente impegnato nella conduzione delle fasi finali di una valutazione tecnico-operativa per il trasporto su elicotteri MH-101 di pazienti in barelle ad alto biocontenimento (di tipo ATIsol – Aircraft Transit Isolator) con l’impiego di un Kit per AMET (Aeromedical Team) opportunamente studiato per gli elicotteri della Marina Militare.
In ambito di bio-contenimento tutte e e tre le nostre basi (Luni-Sarzana, Grottaglie e Catania) hanno la stessa capacità.
Inoltre, al CSA, stiamo valutando per i nostri Equipaggi di Volo delle nuove mascherine prodotte da una Ditta italiana e trattate con nanotecnologia, al fine di trasferire al dispositivo di protezione individuale capacità idro e oleo repellenti e antibatteriche, con possibilità di essere utilizzate più volte e per lunghi periodi.
Tutte queste attività devono sempre tener conto che le nostre missioni di volo vengono originate su un’Unità Navale, o terminano su di essa, in navigazione anche a centinaia di miglia dalla costa. Pertanto, le valutazioni del CSA devono considerare il sistema complesso che include la nave e l’aeromobile (ad ala fissa o rotante) con le difficoltà a operare in un ambiente dinamico come quello di un’Unità navale, in spazi ristretti e lontano dalla terraferma.
Quali precauzioni avete preso per la sicurezza degli equipaggi?
Anche in questa situazione di emergenza l’Aviazione Navale ha continuato a operare con regolarità nei compiti istituzionali e a supporto della popolazione italiana. Naturalmente, è stato necessario prevedere delle misure precauzionali per gli Equipaggi di Volo. In particolare, si è proceduto a garantire il necessario diradamento del personale presso il luogo di lavoro, mantenendo invariata la capacità operativa.
Già prima dell’ingresso nella Stazione Elicotteri/Aeromobili, poi, viene misurata la temperatura corporea a ogni militare e personale civile, verificando che sia inferiore ai 37,5 ° C. Inoltre, ognuno è dotato di mascherine e guanti monouso, ed entro le 2 ore che precedono ciascun volo è necessario recarsi presso l’Infermeria di Base per essere sottoposti a uno screening medico da parte dei nostri medici, previa compilazione di un’autodichiarazione riportante eventuali sintomi pregressi, località visitate negli ultimi 14 giorni e possibili contatti a rischio in ambito lavorativo o famigliare.
Quindi andate in volo?
Terminato lo screening medico, viene effettuato il briefing pre-volo in un aula che consenta il distanziamento minimo di 2 metri tra ogni partecipante al volo, indossando sempre la mascherina personale.
Al termine del briefing ci si reca, uno alla volta, presso la Sala Vestizione dove si ritira tutto l’equipaggiamento di sicurezza per il volo (equipaggiamento che è stato in precedenza già sanitizzato dal personale addetto), e infine in linea volo per poi salire sull’elicottero, che prima e dopo ogni volo viene opportunamente igienizzato e disinfettato dal personale specialista, sia nella cabina che nel cockpit.
Durante tutto il volo è obbligatorio poi indossare sia la mascherina che i guanti personali. Infine, per tutto il personale che imbarca sulle Unità della Squadra Navale è richiesto sottoporsi a due tamponi per Covid-19, rimanendo in isolamento fino all’esito negativo per entrambi i tamponi, prima di poter partire con la Nave.
Volare in questo difficile momento storico per supportare la popolazione durante l’emergenza COVID che significato ha avuto per Lei?
Anche tutti noi dell’Aviazione Navale e del CSA ci siamo sentiti tutti maggiormente responsabili, perché mentre la gran parte dei cittadini è rimasta a casa, noi siamo stati invece chiamati ad assicurare il nostro impegno per la salvaguardia degli interessi nazionali, ma soprattutto per dare supporto alla popolazione civile garantendo l’impiego degli aeromobili della Marina per il trasporto di medici, pazienti e medicinali dove è richiesto.
Quando rientra a casa dalla sua famiglia a fine giornata, si sente orgoglioso del lavoro svolto dai suoi equipaggi di volo?
Certamente, i miei figli di 6 e 3 anni, ormai a casa e con le scuole chiuse da più di 2 mesi, ogni volta che vedono un elicottero escono in balcone e lo salutano pensando che ci sia io sopra. Questa è una delle più grandi soddisfazioni, oltre al ringraziamento delle persone comuni per ciò che facciamo.
Nella mia carriera operativa mi è capitato di effettuare da Capo Equipaggio di un elicottero diversi trasporti sanitari o evacuazioni mediche, in Afghanistan, in Libano, ad Haiti e a L’Aquila in seguito al terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009. Oggi non sono più nell’ambiente operativo ma in quello dell’innovazione e dei collaudi, altrettanto importante perché le valutazioni e le raccomandazioni del nostro Centro Sperimentale Aeromarittimo hanno un riflesso immediato sugli Equipaggi di volo che operano da e per le Unità Navali della Marina.
Lei oltre essere un Naval Aviator è un Test Pilot brevettato nella prestigiosa UNTPS (United Naval Test Pilot School) americana, da dove escono i migliori piloti della Marina e anche famosi astronauti della NASA. Come si diventa un Test Pilot?
È necessario essere in possesso innanzitutto di alcuni requisiti, come una Laurea con degli studi in materie preferibilmente scientifiche e almeno 1000 ore di volo totali, includendo le ore effettuate sia su ala fissa che ala rotante.
Si partecipa quindi a una selezione nell’ambito della Forza Armata, dove bisogna dimostrare una certa affidabilità, attitudine allo studio e un’ottima conoscenza della lingua inglese. Una volta selezionati in Italia si parte per gli USA dove vengono effettuate, proprio a Patuxent River, visite mediche specifiche per poter volare su ogni tipo di aeromobile, dall’elicottero al jet supersonico, e un addestramento alla sopravvivenza in mare.
Solo a quel punto si può partecipare al Corso da Test Pilot, un intenso percorso della durata di 11 mesi dove si ha la possibilità di volare su numerosi velivoli, ad ala fissa e rotante, ma dove anche lo studio e la capacità di scrivere (in un’altra lingua) i risultati dei test in volo sono determinanti per acquisire il brevetto.
Quindi si viene assegnati al Centro Sperimentale Aeromarittimo?
Per l’ala rotante sì. Il CSA rappresenta uno strumento del Reparto Aeromobili della Marina di valenza strategica nel supporto ai programmi di sviluppo. I suoi compiti e funzioni principali sono la condotta di voli collaudo e accettazione su aeromobili in produzione, la valutazione di nuovi sistemi ed equipaggiamenti, la determinazione dei limiti operativi degli aeromobili a bordo delle Unità navali insieme allo studio degli schemi di lancio delle contromisure elettroniche, la redazione di specifici rapporti tecnici.
Tutte queste attività sono svolte dal personale del CSA che agendo grazie all’esperienza e dotandosi talvolta di ingegno per sviluppare il corretto metodo di lavoro, porta a termine i progetti assegnati grazie alla curiosità, ricerca e spirito innovativo che caratterizzano il Centro Sperimentale Aeromarittimo.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Bravo Comandante Pingitore, orgoglio italiano.
Un curriculum davvero incredibile ! Congratulazioni sincere