Il rischio di una nuova pandemia su base planetaria allerta i medici del Center for Disease Control e dell’OMS. Devono isolare velocemente il nuovo virus, trovare una cura e circoscrivere il contagio iniziato in Cina.
Questa è la trama di Contagion, diretto da Steven Soderbergh nel 2011 e andato in onda qualche settimana fa sulle reti Mediaset. Un film molto realistico e quasi profetico del periodo storico che tutti noi stiamo vivendo in questi giorni.
Per saperne di più, EmmeReports ha intervistato Cristiana Salvi, Responsabile del Programma Relazioni Esterne, Emergenze Sanitarie e Malattie Trasmissibili, dell’Ufficio Regionale dell’OMS per l’Europa.
Cosa è il World Health Organization (OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità)?
L’OMS è stato istituito come agenzia leader per la salute internazionale nel sistema delle Nazioni Unite il 7 Aprile 1948. Noi lavoriamo per garantire il diritto di tutti in ogni luogo per il più alto livello raggiungibile di salute fisica e mentale. Lo facciamo supportando i paesi con consulenza e competenza tecnica.
Abbiamo istituito delle norme e forniamo indicazioni su come soddisfare obbiettivi riguardanti la salute. Abbiamo il potere di convocare, chiedere ai nostri stati membri di riunirsi, adottare soluzioni e assumere impegni. Ma alla fine non è compito dell’OMS obbligare, sanzionare o criticare.
Avete un team di medici, investigatori pronti a partire o già presenti nei vari continenti?
Noi siamo più di 7000 esperti da più di 150 paesi che lavorano in 150 sedi nazionali, 6 sedi regionali e la nostra sede centrale è a Ginevra. L’OMS ha un ruolo essenziale da svolgere nel supportare paesi per prevenire, prepararsi, rispondere e riprendersi da emergenze con conseguenze alla salute pubblica.
Quando scatta l’allerta per un eventuale epidemia?
Come parte del regolamento sanitario internazionale, 196 paesi hanno l’impegno di segnalare all’OMS emergenze di salute pubblica di interesse internazionale. Contemporaneamente e in ogni momento, l’OMS monitora i mezzi di informazione open source per segnali di malattie a livello globale attraverso la sua Epidemic Intelligence dalla piattaforma Open Source (EIOS).
Nel processo di raccolta di informazioni sull’emergenza o sulla pandemia, possiamo ottenere fino a 3000 segnalazioni a settimana, alcune volte ciò richiede un follow-up. Usiamo la nostra rete di esperti per setacciare i vari segnali epidemici e cercare informazioni dai paesi.
Dopo che viene diramata l’allerta, cosa succede?
Seguiamo ogni evento. Alcuni saranno scartati, alcuni richiederanno una valutazione del rischio, altri ancora una risposta. Per questi ultimi, possiamo condurre una classificazione internazionale dell’emergenza, basata sulla capacità che quel paese e l’organizzazione ha di rispondere. Ciò innesca la creazione di un sistema di gestione degli incidenti (IMS), che sarebbe un meccanismo che crea un team multidisciplinare speciale e adeguato attraverso i tre livelli dell’organizzazione e assicura che quell’evento ottenga una risposta adeguata per il tempo necessario a terminare l’evento e per supportare gli stati membri durante tale risposta.
L’IMS è stato formato per questo evento (Chiamato poi COVID-19), persino prima che noi avessimo la diagnosi della malattia, prima che il virus fosse conosciuto il 1 Gennaio. Quell’IMS è rimasto sul posto ogni singolo giorno e ha operato come una entità attraverso i tre livelli dell’organizzazione.
Quali sono i passaggi prima di dichiarare un’epidemia o una pandemia?
Alcuni eventi seri che mettono a rischio la salute pubblica internazionale possono essere determinati in base al regolamento sanitario internazionale (IHR) per essere decretate emergenze di salute pubblica e di interesse internazionale (PHEIC).
Questo è il livello più alto di allarme. Determinare se un evento rientra nella categoria richiede la convocazione di un comitato di esperti, chiamato appunto IHR o comitato di emergenza. Questo comitato consiglia il direttore generale su qualsiasi evento costituisca un PHEIC, e su quale misure siano raccomandate da prendere dall’OMS e/o dai paesi. Per il COVID-19, il PHEIC è stato dichiarato il 30 gennaio 2020, solo un mese dopo che avevamo segnalato il primo caso dalla Cina.
Il direttore generale ha definito l’epidemia come pandemia nella sua dichiarazione l’11 marzo, ma ha spiegato che “Descrivendo la situazione come una pandemia non cambia la valutazione dell’OMS sulla minaccia rappresentata dal virus. Non cambia quello che l’OMS sta facendo, e non cambia quello che i paesi dovrebbero fare.
Non possiamo dirlo abbastanza forte, abbastanza chiaramente o abbastanza spesso, tutti i paesi possono ancora cambiare il corso della pandemia”.
È vero che i cinesi sapevano dell’esistenza del virus COVID-19 già a ottobre 2019? Perché l’OMS non ha diramato subito l’allarme a tutto il mondo?
Come si può vedere sulla timeline sul nostro sito, l’OMS è stato in modalità ”completa risposta” attraverso tutti i livelli dell’organizzazione da quando siamo venuti a conoscenza del primo caso il 31 dicembre 2019. E abbiamo richiesto costantemente ai paesi di prendere provvedimenti urgenti e aggressivi.
Per essere chiari riguardo i primi giorni di questo evento: Il 31 Dicembre 2019, il governo della Cina ha segnalato un gruppo di casi di polmonite a Wuhan, provincia di Hubei. Questo annuncio è stato fatto su un sito del governo e confermato dalla sede dell’OMS in Cina.
L’OMS Cina ha richiesto informazioni aggiuntive dal governo l’1 Gennaio. Il governo successivamente si è riunito con la sede nazionale dell’OMS e ha fornito aggiornamenti il 3 gennaio. Il governo ha anche fatto una seconda dichiarazione pubblica sul sito della commissione della salute di Wuhan il 3 gennaio.
L’OMS ha iniziato a rispondere alle richieste dei media internazionali sulla epidemia già il 31 dicembre e ha fatto un annuncio pubblico il 4 gennaio sul suo account Twitter regionale dicendo che “La Cina ha riportato all’OMS un gruppo di casi di polmonite, senza alcuna morte, a Wuhan, provincia di Hubei, Cina. Sono in corso indagini per identificare la causa della malattia”.
Dopo un accurato processo di verifica e valutazione dei rischi, il 5 gennaio 2020, l’OMS ha pubblicato un riepilogo della situazione e delle informazioni note e le ha condivise sulla piattaforma sicura EIS, per tutti i NFP dagli stati membri/organizzazioni internazionali e attraverso il “Disease Outbreak News”, pagina web sul sito pubblico dell’OMS.
Quando prevedete che finirà la pandemia?
La pandemia si sta evolvendo in modi differenti in ogni paese e le misure messe in atto per contenere e mitigare il suo impatto hanno influenza sulla curva dei casi. Ciò che è importante è continuare a trovare i casi, isolare i positivi e mettere in quarantena i loro contatti per tenere il numero di riproduzione a meno di 1,che significa che la trasmissione del virus non può essere sostenuta.
Molti fattori influenzano il progresso e l’estensione dell’epidemia in ogni occasione data e ogni paese sta adattando la sua risposta alla loro situazione e contesto, imparando, adattando e condividendo le proprie esperienze. Finora, non ci sono trattamenti provati o un vaccino disponibile per aiutare gli sforzi. Siamo ancora nell’occhio della tempesta in questa pandemia, quindi è ancora presto per giungere a conclusioni su come progredirà o quando finirà.
Contagion, il film del 2011 diretto da Steven Soderbergh, ha parecchie similitudini con il Covid-19. Sembra quasi che qualcuno, per spirito di emulazione, abbia voluto provocare la pandemia. È così o dobbiamo credere ad un casuale salto di specie?
L’OMS ha avvertito della potenzialità della salute umana e degli impatti economici delle malattie zoonotiche emergenti (Vale a dire le malattie che attraversano il divario animale-uomo e che infettano persone). Gli esempi includono diverse sottotipi di influenze aviarie e suine, Ebola, MERS e ZIka. Molti fattori hanno portato all’emergenza delle malattie zoonotiche. Cambiamenti ambientali, demografia umana e animale, mutamenti di patogeni e cambiamenti nella pratica dell’agricoltura sono alcuni esempi.
Tutte le prove disponibili fino ad oggi suggeriscono che il virus che causa il COVID-19 ha una naturale origine animale. E’ più probabile che la trasmissione del virus è avvenuta dai pipistrelli agli esseri umani. Questo animale intermedio non è stato ancora identificato, ma potrebbe essere domestico, selvatico o un animale selvatico addomesticato.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports