Le ultime evidenze sulle infezioni da coronavirus COVID-19 indicano che l’infezione coinvolge vari organi e si associa ad un grave stato infiammatorio, con produzione di sostanze chiamate citochine.
Il prof. Massimiliano Oliveri, ordinario di Neuroscienze Cognitive dell’Università degli Studi di Palermo, in una lettera dal titolo “Neuronal strategies to mitigate COVID19 – associated cytokine storm” pubblicata sulla prestigiosa rivista Science propone un nuovo approccio alla terapia di questa patologia basato sulle interazioni tra sistema nervoso e sistema immunitario.
In particolare il prof. Oliveri osserva che una parte del sistema nervoso, il nervo vago, modula la risposta infiammatoria, riducendo la produzione di citochine. L’idea è dunque quella di applicare una stimolazione non invasiva del nervo vago nei pazienti colpiti da infezione da coronavirus.
“Questa stimolazione si può realizzare in due modi”, spiega il prof. Oliveri, “con la stimolazione elettrica transcutanea del nervo vago a livello di una zona del padiglione auricolare e con procedure che stimolano l’emisfero cerebrale sinistro, coinvolto nella risposta immunitaria e nel controllo dei processi infiammatori”.
A questo proposito, un altro studio del gruppo di ricerca di Neuropsicologia dell’Università di Palermo, composto dai professori Oliveri, Tarantino, Mangano e Turriziani, ha analizzato le correlazioni fra attivazione del sistema nervoso e stato immunologico della popolazione esposta al virus COVID-19.
Di Redazione – EmmeReports