Il 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa.
Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, questa giornata è l’affermazione dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani.
Noi di EmmeReports abbiamo raccolto le voci di alcune colleghe giornaliste che quotidianamente conducono la battaglia comune per l’indipendenza e la libertà di stampa.
Dorina Achelaritei – giornalista Repubblica Romania
Il giornalismo garantisce la possibilità di avere una voce; anzi, garantisce un pluralismo di voci. Significa indagare, far conoscere e persino criticare, se necessario. Sensibilizzare e smascherare. Non abusare delle parole, ma usarle come mezzo per aumentare la consapevolezza della responsabilità soprattutto sociale.
Perché il giornalismo ha una funzione ed un incontestabile potere sociale e politico. Una società che non è in grado di analizzarsi e correggersi è una società disfunzionale… Questo è l’obiettivo del giornalismo, come strumento dello Spirito Critico: di denunciare, e, idealmente, di epurare e ricondurre alla ragione…
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Alessia Anselmo – giornalista e addetta stampa Telimar
Ho scelto di essere una giornalista perché mi è sempre piaciuto raccontare agli altri o, meglio, spiegare quello che ci succede, quello che ci circonda, spiegarlo a chi non ha le possibilità che ho io.
Ho scelto di essere una giornalista perché volevo raccontare non soltanto le cose brutte che accadono, bensì anche e soprattutto condividere con gli altri le belle storie che altrimenti rischiano di restare nascoste e che invece meritano di essere conosciute da tutti.
Libertà di stampa, però, secondo me è senso di responsabilità, perché noi che facciamo i giornalisti, noi che siamo giornalisti, dobbiamo sempre tenere bene a mente che quella che raccontiamo è soltanto una prospettiva di tutto un insieme ben più complicato e complesso da spiegare, perché la Verità non appartiene a nessuno di noi: attraverso i nostri occhi, la gente può vedere meglio la realtà, ma se non stiamo attenti a rispettare gli altri il risultato è una realtà distorta, che rischia di dividerci ancora di più.
Chiunque ha il diritto di dire la propria, ma fare il giornalista è tutta un’altra storia…
Se posso, vorrei concludere con la cosiddetta “Ley Campoamor”: … Y es que en el mundo traidor nada hay verdad ni mentira: todo es según el color del cristal con que se mira…
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Milvia Averna – giornalista Glitter Sicilia
Verità e giustizia, il coraggio non farsi i fatti propri e di non curare solo il proprio interesse. Sono le mie ossessioni e le caratteristiche del mio carattere che hanno determinato la mia professione futura.
All’inizio pensavo che fosse la politica a consentirmi di battermi per le mie vocazioni, ben presto ho capito che quella parava ad altro. E, allora, raccontando senza paura quelli che vedevo, incurante delle conseguenze, ho assaporato il gusto della libertà. Certo a volte è un po’ amaro, ma è ancora quello per cui vale la pena vivere.
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Germana Bevilacqua – giornalista SiciliaNews24
Il giornalismo per me è quella passione che ti porti dietro da quando sei bambina e che si è realizzata. C’è chi sogna di recitare, di cantare, di fare il medico, io ho sempre voluto scrivere, non ho mai pensato che avrei fatto altro nella vita.
Riuscire a coniugare una passione con la propria professione è una fortuna, ma non sono tutte rose e fiori, il giornalismo così come lo facevamo nei primi anni 2000 quando ho iniziato era tutta un’altra cosa, la tecnologia e il giornalismo on line che ha praticamente soppiantato la carta stampata ha cambiato profondamente volto a questo mestiere. La libertà di stampa che per noi è un diritto che diamo per scontato in realtà è un privilegio.
Ancora oggi nel mondo ci sono tanti, troppi giornalisti che sono minacciati o che vivono sotto scorta per aver esercitato questo diritto. Un valore che dovrebbe essere garanzia di pluralità d’informazione e di democrazia ma risulta oggi più che mai minacciato.
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Rosaura Bonfardino – giornalista PalermoToday
E’ coraggio, indipendenza. La libertà di stampa è informare senza preconcetti, senza pressioni. E’ la consapevolezza di poterti mettere anche contro chi ti ritiene o ritieni simpatico o chi ieri ti ha dato una notizia, senza autorizzazioni o censure. E’ dovere di cronaca, è sopra ogni cosa. Se è di regime, se è filtrato, non è giornalismo. Libertà di stampa è quel direttore che ti dice: “Vai, tranquilla, non abbiamo amici e persone a cui non calpestare i piedi”.
Quando ho sentito di voler essere una giornalista è stata la prima cosa che mi son detta: non sarà sempre facile ma non farti condizionare. Fare la giornalista è sfidare le tue paure, essere gli occhi e le orecchie di chi in un determinato luogo non può arrivare.
E’ un film sul divano che non riesci a finire, è un telefono che non puoi spegnere, una cena lasciata a metà, quel trucco che non riesci sempre a indossare. Ed essere felice comunque. E’ dare voce a chi voce altrimenti non avrebbe ed essere ricompensata da un sorriso. E’ informare anche al costo di fare male perché sapere può ferire ma mai quanto non sapere.
Devi essere oggettiva, anche con la rabbia, l’ansia e le lacrime agli occhi. Anche quando con guanti, mascherina e gli occhiali che si appannano, con la paura di ciò che non vedi, decidi di imbracciare la tua videocamera ed essere la finestra sul mondo di chi, in modo responsabile, è rimasto in casa.
E in questo momento storico così difficile, dove in molti, in troppi, si informano solo sui social e le fake news sono quotidianità, noi giornalisti abbiamo una responsabilità che è la stessa cui abbiamo deciso di votarci quando abbiamo scritto il nostro primo articolo, scattato la nostra prima fotografia o catturato le nostre prime immagini: essere giornalisti, niente di più.
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Stefania Brusca – giornalista MeridioNews
Per me giornalismo e libertà di stampa sono due concetti inscindibili. Da un lato perché la nostra professione ci impone di raccontare i fatti e le notizie a 360 gradi, con tutti gli approfondimenti e le sfumature del caso, senza pressioni di alcun genere. Solo così si possono informare correttamente i cittadini.
Dall’altro lato però bisogna che i giornalisti siano liberi dalla condizione di precariato ancora diffusa, per mantenere quel ruolo di “cani da guardia” che altrimenti è molto difficile da sostenere.
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Ambra Drago – giornalista SiciliaUno
Per me il giornalismo si basa su un fondamento il diritto a informare e il diritto ad essere informati. E la libertà di stampa è espressione della democrazia, che è stata una conquista e non dobbiamo dimenticarlo a pochi giorni dal 25 aprile. E poi è lo stesso art. 21 della Costituzione che garantisce la libertà di espressione attraverso ogni mezzo. Ecco da qualche anno per noi giornalisti è in vigore il Testo Unico dei Doveri del giornalista e nel suo art.1 racchiude la bellezza, l’essenza e la difficoltà di questo mestiere.
Accanto al rispetto della verità sostanziale dei fatti, al segreto professionale non può sfuggire lo spirito di collaborazione tra colleghi ( e in questo mestiere è possibile bisogna crederci e attuarlo soprattutto in mezzo a questa pandemia) e infine, ma non per ultimo la fiducia tra stampa e lettori fondamentale in un mondo dove le notizie corrono troppi veloci e le ahimè anche le fake news.
Questo mestiere è fatto di tantissime difficoltà soprattutto per noi giovani ma ci credo e mi piace pensarlo come un modo per essere vicini ai cittadini e esser davvero il cane da guardia della democrazia.
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Aurora Fiorenza – giornalista TGS
Essere giornalista è un onore. Hai la possibilità di raccontare al mondo storie straordinarie. Proviamo tutti i giorni a far conoscere il dolore, la passione e l’amore che muovono uomini e donne. In questo periodo così difficile di emergenza sanitaria ho capito ancora di più quanto sia necessario mettere al primo posto i nostri lettori, spettatori e ascoltatori.
Dobbiamo andare oltre la nostra paura e far conoscere a chi ci segue la verità. In una società civile deve esistere la libertà di stampa perché non si può e non si deve rinunciare all’informazione. Informazione vera che arriva nelle nostre case grazie al lavoro minuzioso di professionisti.
Il Covid-19 spaventa anche me ma la gente aspetta noi in tv, sul giornale e in radio perché vuole sapere i rischi, le difficoltà, i dati di questa pandemia. Non posso deluderli. E così munita di mascherina e guanti vado negli ospedali, intervisto esperti, ho anche mostrato come si effettuano tamponi e test e sono stata nei laboratori per far comprendere come si elabora un risultato.
Continuerò a farlo sempre, ogni volta che dovrò affrontare una storia, un tema. Tutto questo grazie alla passione che nutro per il mio lavoro ma soprattutto per rispetto nei confronti dei siciliani.
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Giada Lo Porto – giornalista Repubblica Palermo
Per me il giornalismo è un’attrazione smaniosa. Forse una malattia. Quella che mi porta ad andare in redazione nonostante la febbre a 38°! Quella che non mi fa dormire la notte per finire un pezzo. Anche se prometto a me stessa che è l’ultima volta che faccio tardi!
Il giornalismo è energia positiva. È anche una storia d’amore, perché esistiamo io e lui. A volte ci sono degli alti e bassi. Se non nasci con questa passione, è difficile capirlo. Il giornalismo ti logora e ti divora, prendendo il tuo tempo libero, quindi devi essere preparata a questo.
Libertà di stampa significa libertà di esprimere il proprio pensiero, di osservare il mondo che ti circonda e raccontarlo in modo semplice, puro, veritiero, corretto, scevro da qualsiasi altra logica. Sei solo tu e la notizia, che va incanalata e raccontata in modo giusto, perché chi ti legge deve essere libero di averla nuda e cruda e farsi una propria opinione, senza essere spostato dal pensiero di la scrive.
La libertà di stampa è anche quella di esprimere se stessi e il proprio essere. Come ha detto Giovanna Botteri, “faccio giornalismo, non faccio spettacolo”.
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Laura Lo Re – giornalista TeleOne
Il giornalismo lo devi aver nell’animo, quel voler sapere a tutti i costi la verità, cercando il confronto, cercando in fondo come vanno realmente le cose, oltrepassando tutte le difficoltà per arrivare all’obiettivo finale, la verità. È un amore verso se stessi e verso gli altri, un’ossessione che ti fa sentire al servizio di chi legge, ascolta, guarda, chi vuole sapere e quindi si informa. Questo lavoro puoi farlo solo se davvero lo ami.
Non si può dire semplicemente “ faccio la giornalista” ma “ sono una giornalista” e forse questa piccola differenza fa spesso cadere nell’errore che sia un gioco, un hobby, un qualcosa che chiunque può fare e per questo non giudicato così importante, soprattutto a livello di retribuzione.
Il giornalismo va difeso, non solo oggi ma soprattutto oggi nel mondo in cui viviamo. Per il lavoro che c’è dietro, nel tutelare quello che è un diritto, il diritto all’informazione, vera, alla conoscenza obiettiva e leale. Per la verità che spesso ha un costo, per la famosa “libertà di stampa” che resta molto spesso poco più che un bel pensiero e non un diritto.
Un diritto che ancora oggi dev’essere ricordato per essere tutelato non solo dalle grandi dittature, ma anche dalle piccole censure quotidiane, dal” ma a chi vuoi che interessi questa storia?”, da tutte quelle grandi ombre che vogliono offuscare la luce che c’è dietro ogni diritto violato, ogni storia taciuta ed ogni verità non detta. Tutte quelle ombre che se si vuole, si possono e si devono combattere.
Appartengo a quella categoria professionale molto spesso violentata, abusata, criticata e concessa non sempre a chi lo merita davvero ma che ogni giorno porta avanti la propria missione, per come può, difendendo la libertà in parte conquistata ma che ancora va custodita e rivendicata.
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Marilù Lucrezio – giornalista TG1
Giornalismo è rispettare e dare voce a tutti, soprattutto alle minoranze e a chi non detiene il potere. Raccontare quello che si vede e scoprire, investigare, su quello che non si vede, tutelare le nostre fonti, sentirci liberi di scrivere la verità. Ecco la libertà di stampa.
Senza censura e nel rispetto di tutti. E se ci sono errori, parliamo di fake news, la correzione deve avvenire con la stessa enfasi e lo stesso risalto. A scuola di giornalismo mi hanno insegnato a essere obiettiva.
C’è differenza tra il mio ruolo di giornalista , quando ho il microfono in mano, ed essere una cittadina comune, quando vado a votare.
Mai le idee politiche devono entrare nel nostro modo di fare giornalismo. Mai.
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Antonella Romano – giornalista (ex L’Ora) e addetta stampa CGIL Palermo
Giornalismo è non stancarsi mai di raccontare con onestà i fatti, tutti, costi quel che costi. Poi oltre al coraggio, alla faccia tosta, alla giornata senza orari, alle corse continue, ci mettiamo anche la nostra passione in questo mestiere, anche quando ci detestano, con la consapevolezza che sulla libertà di stampa si costruisce la libertà dei cittadini.
La nostra libertà è quella di tutti.
Interrogare e interpretare i fatti, informare, denunciare: in questo momento di emergenza tutti hanno visto quanto il ruolo della stampa sia importante e un forte argine alle fake news.
E oggi in particolare il ricordo va a chi pur di informare correttamente ha perso la vita, giornalisti liberi, come Peppino Impastato, uno degli 8 giornalisti uccisi dalla mafia in Sicilia”.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports