Per uno strano gioco del destino, la sede scelta per l’iniziativa di solidarietà promossa dal Gruppo “Bkolna Twensa – Siamo tutti Tunisini” si trova proprio davanti a quell’Hotel Mercure che ha fatto “conoscere” il Covid-19 alla città di Palermo.
In via Mariano Stabile al numero 97 è un via vai di sacchi spesa, di famiglie in stato di bisogno – a causa del Coronavirus – e di “volontari” chiamati a raccolta dall’On. Sami Ben Abdelaali al grido “Nessuno va lasciato solo”.
“Abbiamo voluto dare un segnale di solidarietà a tutti i cittadini che si trovano, al momento, in stato di bisogno. Palermo ha offerto tanto alle comunità straniere e noi vogliamo lanciare un messaggio chiaro Noi siamo qui” afferma il Deputato del Parlamento Tunisino Circoscrizione Italia.
“Questa manifestazione parte da Palermo e coinvolge tante città come Livorno, Genova, Bologna, Pisa, Perugia, Comiso e Mazzara del Vallo” – continua On. Sami Ben Abdelaali – “Questa giornata non è dedicata solo ai tunisini ma a tutti i cittadini perché la solidarietà non ha colore, identità o appartenenza”.
La distribuzione dei sacchi spesa si avvia alla conclusione e ci fanno sapere alcuni organizzatori che ha coperto le esigenze di 300 famiglie in stato di bisogno.
“L’iniziativa promossa su tutta Italia ha una particolare attenzione verso gli invisibili, perché sono loro che non possono essere aiutati se non con una iniziativa come quella di oggi” a dirlo è Nadine Abdia dell’Ufficio di Presidenza della Consulta delle Culture di Palermo.
“Abbiamo pensato a cosa una famiglia può mettere a tavola, caratterizzandolo con qualche prodotto tunisino come cous cous, datteri, brik e chorba” continua Nadine “Speriamo di dare per 3/4 giorni un po’ di tranquillità sperando che dal 4 maggio le cose possano cambiare”.
Presente anche il Presidente della Consulta delle Culture Ouattara Ibrahima Kobena, anche lui con indosso una mascherina, procede alla distribuzione degli ultimi sacchi rimasti.
“Questa emergenza, in qualche modo rafforza, quello spirito di solidarietà che era già presente a Palermo. La Consulta delle Culture sostiene questa attività che non vede distinzione tra palermitani e cittadini internazionali”.
“La Consulta delle Culture non sta ferma e lavorando in modalità smart working identifica i bisogni per poi scendere sul campo. Per questo non potevo mancare” conclude Ibrahima.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports