Alle 9:20 del 30 aprile 1982, in via Turba, due moto affiancano l’auto – una Fiat 131 – con cui Pio La Torre insieme a Rosario Di Salvo, sta andando alla sede del Partito Comunista.
Alcuni uomini mascherati con il casco e armati di pistole e mitragliette sparano decine di colpi contro i due. Pio La Torre muore all’istante mentre Rosario Di Salvo ha il tempo di estrarre la pistola e sparare alcuni colpi in un estremo tentativo di difesa.
L’omicidio, inizialmente rivendicato dai Gruppi proletari organizzati, venne in realtà ordinato da Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.
L’impegno antimafia di Pio La Torre fu la causa determinante della condanna a morte inflitta dalla mafia siciliana.
“Non saremo in piazza Turba come ogni anno, ma teniamo a sottolineare la figura di Pio la Torre per il suo impegno politico e sindacale che si è svolto in un momento molto convulso della storia della Sicilia e del Mezzogiorno” afferma Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo.
“La Torre fu sia segretario della Cgil Palermo che della Cgil Sicilia e fu protagonista delle lotte dei braccianti e di quelle della città. Dal suo impegno alla guida del sindacato e dalla sua importante lezione nascono le basi per la legislazione antimafia. Senza queste premesse non ci sarebbe stato il movimento antimafia degli anni Ottanta e Novanta a Palermo” conclude il sindacalista.
di Redazione – EmmeReports