Oggi Maggiore dell’Esercito, Carla Brocolini si è arruolata nel 2000 con il primo concorso straordinario aperto alle donne. Divenuta Ufficiale dopo l’iter formativo all’Accademia di Modena e durante l’ultimo anno alla Scuola di Applicazione di Torino, ha vinto il concorso per diventare pilota dell’Aviazione dell’Esercito.
Al termine della laurea in Scienze Strategiche con indirizzo politico-organizzativo, ha frequentato il corso di pilotaggio in America, presso la U.S. Navy. Dopo aver ricevuto il brevetto di “Naval Aviator”, è stata trasferita a Viterbo dove ha conseguito l’abilitazione sui velivoli Dornier-228 e Piaggio P-180.
Nel 2013 è stata impiegata nel sud del Libano come Ufficiale di collegamento e Ufficiale addetto alla Pubblica Informazione di “ITALAIR”, la storica unità di volo della missione delle Nazioni Unite “UNIFIL”. Rientrata a Viterbo, ha comandato lo squadrone di volo P-180, al termine del quale è stata nominata Capo Nucleo Pubblica Informazione del Comando Aviazione dell’Esercito. Attualmente è Comandante di Aeromobile sui velivoli Dornier-228 e Piaggio P-180 con circa 2500 ore di volo all’attivo.
Il Maggiore è anche mamma, quindi deve essere per forza multitasking, alternando la vita privata con quella militare, servendo il Paese in questo particolare momento storico.
Maggiore Brocolini qual è il contributo dell’Aviazione dell’Esercito in questa emergenza nazionale?
Nell’ambito dei contributi delle Forze Armate per il contrasto al Covid-19 approvati dal Ministro Guerini, l’Esercito Italiano è stato impegnato in prima linea, mettendo a disposizione le proprie capacità e competenze per contrastare e contenere la diffusione del COVID-19.
Si tratta di un notevole sforzo sia logistico sia operativo nel quale anche l’Aviazione dell’Esercito sta dando il proprio contributo. In particolare, l’Aves dal punto di vista logistico fornisce due basi: a Bergamo, con attività di supporto al personale specialistico e la collaborazione nell’Operazione “Fidelium”, che gestisce gli effetti relativi all’alta mortalità nelle zone maggiormente colpite, e a Lamezia Terme, con attività di trasporto terrestre di materiale sanitario alla Protezione civile della Regione Calabria, a oggi per un totale di circa 12 tonnellate.
Quindi un impegno molto importante per i baschi azzurri..
Dal punto di vista operativo sono impegnati nel controllo dei varchi aeroportuali di Torino Caselle nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”, a supporto delle Forze dell’Ordine e della competente Prefettura, e nel trasporto aereo di personale, materiali e apparecchiature sanitarie.
A Viterbo, inoltre, anche per la sua posizione baricentrica nella nostra Penisola, disponiamo di una barella di biocontenimento prontamente impiegabile in caso di necessità, unitamente a un team specialistico costituito da medici e infermieri del Policlinico Militare “Celio” di Roma e da operatori militari del 7° Reggimento Difesa CBRN (chimica, biologica, radiologica e nucleare) “Cremona” di Civitavecchia.
Inoltre, già a partire dallo scorso 24 febbraio, l’Aviazione dell’Esercito impiega i propri aeromobili in un piano di soccorso gestito dalla sala operativa del Centro Operativo di Vertice Interforze, su direttive dello Stato Maggiore della Difesa e integrato a quello della Protezione Civile, che riguarda essenzialmente il trasporto aereo di personale sanitario, Dispositivi di Protezione Individuale e tamponi.
E il 28° Gruppo Squadroni Tucano?
Durante l’emergenza nazionale il 28° Gruppo Squadroni “Tucano” sta dando il suo maggiore contributo impiegando i suoi aerei Dornier228 e Piaggio P180 per permettere il movimento tempestivo e mirato di personale qualificato e di quei beni così essenziali, per un totale, a oggi, di quasi 20 tonnellate di materiale.
Quante missioni di volo avete portato a termine sino ad oggi e in quali città siete atterrati?
A oggi, l’Aviazione dell’Esercito ha svolto 47 missioni per un totale di circa 170 ore di volo in tutta Italia, inizialmente principalmente al nord e successivamente anche centro e sud. Con gli aerei siamo atterrati nei maggiori aeroporti: Milano Malpensa, Bergamo, Venezia, Verona, Bologna, Roma Fiumicino e Ciampino, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Palermo, Trapani e Cagliari. Con gli elicotteri, invece, Roma Urbe, Campochiaro, Foligno, Firenze, Rimini, L’Aquila.
Quali precauzioni prendete per la sicurezza dell’equipaggio?
Le precauzioni utilizzate dagli equipaggi di volo, e in generale da tutti i militari, sono quelle previste dalle disposizioni del Ministero della Sanità. Sono stati attuati tutti i protocolli sanitari per prevenire il contagio pur continuando a portare a termine la missione assegnata.
Ogni giorno, all’ingresso in caserma, ci viene misurata la temperatura e successivamente, durante il volo, indossiamo i dispositivi di protezione individuale che ci permettono di volare in sicurezza.
Volare per l’Esercito e per la Patria, in questo difficile momento storico, ha un significato, un valore particolare per Lei?
In questo momento di difficoltà, nel quale le nostre vite sono state completamente sconvolte e le nostre certezze sono messe in discussione, il poter dare il mio seppur piccolissimo contributo al servizio del mio Paese mi permette di vestire l’uniforme con ancora più orgoglio.
In questa situazione di crisi, sono ancora più fiera di far parte della grande famiglia dell’Esercito e della Difesa per come risponde giornalmente in maniera concreta, come importante strumento al servizio della collettività, di tutti noi.
Il futuro del Paese, fermo da circa un mese e mezzo a causa della pandemia, è in mano al personale sanitario, alle Forze Armate, a tutti coloro che indossano un’uniforme. Sente addosso questa responsabilità?
Siamo un grande Paese e penso che ciascuno di noi, sia chi deve continuare a svolgere il proprio lavoro (o la propria missione, come preferisco chiamarla io), sia chi deve rimanere a casa, debba sentire forte la responsabilità del sacrificio compiuto per il bene della collettività. Ma solo insieme, in un grande gioco di squadra, riusciremo a rialzarci più consapevoli del nostro valore e più forti di prima.
Lei è anche mamma e moglie di un pilota dell’Esercito. Come concilia la sua vita privata con quella istituzionale?
Conciliare famiglia e lavoro non è mai semplice, ma questo vale per tutte le mamme e anche i papà. Per chi veste l’uniforme ci vuole tanta organizzazione ma l’amore per la professione che condivido con mio marito ci ha permesso finora di superare i momenti più difficili e i problemi comuni a tutti, ad esempio quelli derivanti dalla chiusura delle scuole.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports