Yuliya Vassilyeva, avvocato di diritto russo e kazako, guida fotografica e appassionata di fotografia. Una vita votata ai viaggi e all’avventura.
Ciao Yuliya, sei una instancabile viaggiatrice ed una brillante fotografa, come stai passando questo periodo di isolamento?
In questo periodo in cui come tanti sono a casa, sto lavorando per sistemare il mio archivio fotografico e mi sto dedicando al montaggio dei documentari su alcuni posti dove sono stata recentemente: lago Bajkal, mare di Barents, vulcani islandesi…
Sto anche preparando un libro fotografico e programmando i nuovi viaggi da fare appena finisce la crisi. In questo momento della mia vita trovo molto interessante approfondire la conoscenza di luoghi particolari della Russia – il Paese delle mie origini.
Ti occupi di diritti umani e questioni internazionali. Tra i tantissimi Paesi visitati e fotografati non risulta esserci la Cina, coincidenza o cosa?
Sì, io ho fatto varie missioni per i diritti umani. Ad esempio, qualche anno fa sono stata in 5 Paesi africani per una missione contro la pena di morte e per convincere quegli Stati a votare all’ONU almeno per una moratoria delle esecuzioni; altre missioni ho fatto in Uzbekistan, a Cuba e in Iraq.
Non sono mai stata in Cina perché non ne ho avuto ancora il tempo, ma lì andrei solo per servizi fotografici perché purtroppo quel regime non consente un dialogo per i diritti umani.
Hai girato tutta l’Italia e fotografato, ovviamente, la Sicilia. Cosa ti ha colpito maggiormente?
Sì, in effetti ho girato tutta Italia ho visitato tutte le 20 regioni. In Sicilia mi hanno colpito moltissimo Modica, Ragusa, Noto, Siracusa, Taormina, l’Etna, Palermo con il suo giardino botanico, la Scala dei Turchi e anche Erice con un panorama da sogno. Poi amo la cucina siciliana – quella adatta per i vegetariani come me.
Devo dire che manco da un po’ dalla Sicilia e vorrei tornarci presto!
Se dico Yamal, tu cosa mi rispondi?
In poche parole: Nenets, circolo polare artico, tundra, natura primordiale, renne, chum, tanta neve e freddo.
Sono stata più volte ospite dei Nenets – popolo nomade di allevatori di renne capaci di resistere alle condizioni climatiche estreme. Le loro abitazioni sono tende caratteristiche chiamate chum. Ho filmato la loro vita e magari per i vostri lettori sarà interessante vedere questo mio breve video: Yamal, Nenets Saga – second part, Life in the Arctic
Ogni clan ha circa 1000 renne. Lavorano molto tutto il giorno. Gli uomini curano la mandria e a volte capita che debbano stare anche di notte vicino alle renne perché ci sono dei lupi. Le donne preparano la legna per la stufa, curano la pulizia del chum, curano i bambini, cucinano e preparano i vestiti per tutta la famiglia. Vanno anche a prendere la neve per poi scioglierla per bere e per cucinare.
Una vita molto semplice ma dura. I Nenets si vestono in modo tradizionale con pellicce decorate di nastri colorati e anche per questo sono un bel soggetto da fotografare.
Qual è stato il servizio più difficile e perché?
Le spedizioni nell’artico non sono mai facili. Sembra di trovarsi su un altro pianeta molto inospitale, dove il freddo ti impedisce di muoverti bene, di fare il tuo lavoro come sei abituato. Di solito ci spostiamo in motoslitte e il primo punto per scaldarci è a due ore di guida, quindi dobbiamo essere ben vestiti e pronti ad affrontare il freddo per parecchie ore. Non posso negare che scattare a -45C è difficilissimo. La mia macchina fotografica non mi ha mai tradito, ma il fisico un poco sì. Ci sono varie ragioni: di solito c’è da sopportare il vento molto forte, ti si congelano le mani mentre fai volare il drone, le batterie durano pochissimo. Ho avuto anche l’esperienza della tempesta di neve.
Ma niente mi spaventa, anzi già mi manca lo spirito dell’avventura artica. E chissà se prossimamente organizzo una spedizione che richiede di fare 900 km in motoslitta per andare a fotografare il bue muschiato…
Qual è la prima cosa che farai appena ritorneremo alla “normalità”?
Partirò subito per un viaggio, sono in astinenza delle foto e da nuove avventure! Chi vuole scoprirle e magari partire insieme con me può curiosare sul mio sito: www.yuliyavassilyeva.com
di Antonio Melita – EmmeReports