E’ proprio l’Arcivescovo Corrado Lorefice, in una Cattedrale di Palermo deserta, a ricordare l’eccezionalità del momento.
Lorefice parla di una Domenica delle Palme insolita, ma anche di una grande, seppur singolare, settimana che i fedeli vivranno a causa del Coronavirus.
Ricordiamo che l’Arcivescovo Lorefice, presiederà tutti i riti della Settimana Santa, da solo, a Cattedrale chiusa e senza fedeli, come da disposizioni ministeriali.
Le celebrazioni sono trasmesse in diretta sui social dell’Arcidiocesi di Palermo.
“Dove sono Dio, i tuoi fedeli che accompagnano esultanti il Cristo, nostro Re e Signore?” inizia così l’omelia dell’Arcivescovo Lorefice ponendo l’accento su una celebrazione che non vede il concorso di popolo.
L’Arcivescovo continua con una supplica di speranza: “Accresci o Dio la fede di chi spera in te, dalla dispersione, ovunque ci troviamo”.
“Accresci o Dio la sapienza del nostro cuore perché possiamo riconoscere il vero Re che vuole entrare nelle nostre case e città impaurite e martoriate”.
Per poi passare a quelle questioni sociali che il Coronavirus ha, in qualche maniera, evidenziato.
“Siamo stati violenti nelle stesse relazioni più belle: in famiglia, nel posto di lavoro, nelle relazioni sociali, nelle città, nelle piazze, nel discernimento politico”.
Fino a giungere all’atto di accusa verso quelle azioni che l’uomo ha compiuto come se fosse egli stesso un virus: più potente del COVID-19.
“Lo siamo anche con la casa comune, il piccolo pianeta che abitiamo”.
“Abbiamo abusato la Terra, violentato il mare, l’aria dimenticando che la Terra è un giardino da custodire, coltivare con cura e consegnare alle nuove generazioni”.
Lorefice conclude l’omelia richiamando proprio le sue parole iniziali:
“Seguiamolo tutti con gioia e fiducia in questa insolita Domenica delle Palme, in questa singolare, grande settimana che ci permetterà di essere raggiunti dall’eterno amore salvifico di Dio per noi uomini”.
Da notare, come da indicazioni della CEI, che l’ingresso del “Signore a Gerusalemme” è stato commemorato in forma semplice (terza forma del Messale Romano).
La Messa Crismale, per le stesse motivazioni, è trasferita ad altra data, quando si potrà consentire la piena partecipazione di clero e fedeli laici.
di Redazione – EmmeReports