Christian Paterniti aka Picciotto, palermitano classe ’83. Rapper molto apprezzato e “impegnato”, con la sua “scrittura creativa in rap” combatte la dispersione scolastica nei quartieri difficili di Palermo. Vincitore, nel 2018, del “Premio Musica contro le mafie”.
Ciao Christian, siamo nel pieno di una epidemia, qual è la tua teRAPia?
Una teRAPia ovviamente intensiva. Nel senso che sto finalmente avendo tanto tempo per poter scrivere potendomi dedicare ad incastrare rime e concetti senza dover correre tra mille incastri lavorativi e familiari. Colgo l’occasione per intensificare il lavoro sul nuovo disco anche se ovviamente ci si sforza di vedere il “bello” di una situazione surreale che nessuno pronosticava di dover vivere.
Avresti voluto meno rapper e più dottori. Che ruolo può avere la musica in questo momento?
Credo che la musica abbia un ruolo molto importante. Specie sui più giovani che sono coloro che possono compiere più danni a livello di contagio. Vedo faide online di schiere tra coloro che continuano a proporre freestyle sul Covid-19 ed altri (gli immancabili criticoni su ogni cosa) che invece devono sbeffeggiare chi sta dedicando delle rime casalinghe ad una questione extra ordinaria di proporzione mondiale.
Ce l’hanno con te?
Io sono tra quelli che ha provato a smorzare la tensione dedicando delle rime sul tema, anche perché, in perfetta continuità con la mia attitudine musicale so quanto il rap sia ascoltato e di conseguenza possa avere influenza sui più giovani che rischiano di essere i meno sensibili al rispetto dello stare a casa.
Agli inizi hai cantato la “palermitanità” con gli Gente Strana Posse. Generosa, esagerata e un po’ anarchica: ma quanto è strana la gente di Palermo?
La gente a Palermo è moooolto strana… Sa essere solidale e sensibile quanto indifferente e distruttiva. Leggere di persone denunciate perché dovevano andare a “correre” in giacca e cravatta, di un gruppo di anziani ubriachi che dovevano giocare a carte per strada, di stronzi travestiti da essere umani capaci di rubare gli effetti personali degli infermieri negli armadietti dell’ospedale mi ha fatto incazzare e vergognare tantissimo.
Ma Palermo non è solo croce.
Infatti ho pensato poi a “Pal/ergamo”, ai detenuti del Pagliarelli pronti a donare il sangue, ai picciotti che si sono organizzati online per assistere volontariamente chi non può muoversi da casa; ed è tornato fuori l’orgoglio di una terra che da quando sono nato è bellezza e zavorra, eterna croce e continuo stimolo. Ed è per questo che non la lascio (e poi di sti tempi dove cazzo vado…)
Hai sempre messo anima e corpo contro la dispersione scolastica ed il recupero con la musica dei ragazzini delle periferie di Palermo: con le scuole “fisicamente” chiuse, quanto può essere distante la didattica?
Col mio gruppo di lavoro a Borgo Vecchio abbiamo pensato delle attività a distanza da fare coi ragazzi e devo dire che stanno funzionando. Personalmente ho proposto al gruppo di ragazzi col quale faccio calcio di trasformarsi in giornalisti sportivi inviati in vari stadi del mondo e periodi storici.
Cioè?
Li ho divisi per gruppi e fornito loro dei link di alcune partite da visionare e commentare per iscritto. Noi operatori gli assegneremo dei voti sui loro elaborati per contenuti e capacità narrativa e alla somma di questi penalizzeremo un punto per ogni errore grammaticale formando così una classifica in continuo aggiornamento e innescando una sana competizione didattica.
Molto originale.
E non solo, oggi parte anche il “CinemADiStanza” con delle proiezioni streaming successivamente recensite dai ragazzi, stiamo fornendo supporto psicologico e didattico anche alle famiglie. Insomma paradossalmente lavoriamo di più seppur col cellulare sempre in mano, sentiamo vicini i ragazzi e sappiamo la positiva responsabilità che abbiamo nei loro confronti.
Hai cantato “Alza gli occhi al cielo e noti più di cinque stelle”, sei forse un grillino deluso?
Mai stato grillino. Anzi, ero critico già dalla prima ora quando tanti “compagni” flirtavano col movimento. Purtroppo oggi internet ci ha trasformato in tuttologi appiattendo lo stimolo alla ricerca poiché bombardati da continue informazioni che fungono da surrogati per appagare il proprio sapere. Politicamente la deriva che ne comporta è a mio avviso il Movimento 5 Stelle.
Una critica che avanzi anche musicalmente parlando.
Sì, la strofa che indichi (nella canzone “Hashtag la victoria”) è un chiaro riferimento a tutti coloro che fanno “i militanti da tastiera” senza aver un reale contatto con la gente che soffre e di cui pensano di occuparsi attraverso qualche clic.
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Buona Salute e Buona Resistenza a EmmeReports sperando quanto prima di abbracciarci per strada!
di Antonio Melita – EmmeReports