Adriana Codogno, siciliana di 36 anni, ha vinto – portandolo a Bagheria – il trofeo Cake Star Palermo con la sua pasticceria don Gino.
Adriana, parlaci un po’ di come hai iniziato questa professione.
Faccio parte della terza generazione ed ho sempre “giocato” nella pasticceria. Mi sono diplomata (istituto tecnico commerciale) e l’indomani ero già in laboratorio a tempo pieno: è 18 anni che faccio questo lavoro, alla pari di un dipendente, senza sentirmi mai la figlia del titolare.
Da allora è stato un continuo dedicarsi alla pasticceria?
Non solo ho frequentato la scuola Cast Alimenti, continuando poi ad aggiornarmi con corsi fuori dalla Sicilia. Ultimamente capita, per evitare che sia io a spostarmi, di pagare corsi organizzati direttamente in loco.
Oltre alla pasticceria anche la famiglia.
Esatto, finisco di lavorare e mi devo occupare della mia famiglia, 2 bambini piccoli e mio marito Vincenzo che, per mia fortuna, ho sempre a fianco.
Un doppio lavoro in quanto mamma e moglie, giusto?
Quelle come me fanno due lavori, in azienda e a casa, ed è molto faticoso. Questo spiega il perché non si vedano tanti chef donne: è un lavoro pesante. Un lavoro più maschile se pensi alla gestione di un laboratorio, all’organizzazione di una squadra ed agli orari massacranti.
La tua è una azienda al femminile.
Sì, in questo debbo ringraziare le mie sorelle Caterina e Marina che supportano il mio lavoro di pasticciera svolgendo altri ruoli strategici all’interno del caffè letterario don Gino.
Una azienda a conduzione familiare, quindi.
Una azienda dove la famiglia è un concetto allargato. Ovviamente ci sta mio padre che è il perno di tutto e a lui dedico ogni mio successo. Dietro al mio lavoro c’è poi una squadra di ragazzi, in prevalenza maschile, che giudico la mia seconda famiglia. Noi siamo una squadra e se una azienda va avanti è grazie al lavoro dei dipendenti.
Nel frattempo arriva il marito Vincenzo e chiediamo a lui come è l’Adriana moglie.
“Adriana è una moglie generosa e una bravissima pasticciera. A casa ci tiene a cucinare ed il suo pezzo forte sono la parmigiana e la pasta con la salsa. Piatti magari semplici ma molto genuini e fatti con cura” afferma Vincenzo che, pur non lavorando da don Gino, supporta la moglie nei periodi particolari come le festività.
Festa della donna, cosa propone Adriana Codogno?
Abbiamo preparato la “classica” torta mimosa, seguendo una linea di pasticceria tradizionale, con crema all’arancio e al limone, mettendo in evidenza la mimosa che è il fiore che rappresenta la forza e la femminilità.
Una pasticceria tradizionale che non segue la strada dell’innovazione?
Non precisamente, abbiamo anche la mimosa siciliana (a base di pistacchi e mandorle) che ho presentato come pezzo forte nel programma Cake Star. Era stata scelta come variante alla torta mimosa con una forte caratterizzazione del nostro territorio. Ma la torta per definizione per la festa della donna è arancia e limone, rimaniamo sul classico.
Dal buonissimo dolce, passiamo all’amaro. Parlami di Cake Star?
Che dire, ho partecipato con determinazione e c’è stato un giudice che ha deciso di proclamarmi vincitrice. Questo non toglie nulla al fatto che le pasticcerie Oscar e Capello rimangano due istituzioni palermitane, come lo sono io a Bagheria.
Se dico: “Io non sono cattiva; è che mi disegnano così”, Adriana Codogno a cosa pensa?
Ho scelto di essere me stessa sempre, sia nella vita che in televisione. Mi sono molto divertita, per me era un gioco da vincere e sin da subito mi sono presentata come una donna tosta, determinata: una che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Mi ritengo comunque una buona siciliana e non un mostro.
Una donna vincente fa’ sempre discutere, c’è ancora tanta strada da fare per il giusto riconoscimento nella società e nel mondo del lavoro?
Il problema è anche la mancanza di solidarietà tra noi donne: si dice che un complimento fatto da una donna è superiore a quello fatto da un uomo. Ho ricevuto tanti messaggi “cattivi” da donne che realmente non conoscono come sono.
8 marzo 2020, Adriana ti senti di fare una dedica?
Certo, dedico il dolce dell’8 marzo a tutte le donne che mi hanno supportato, creduto in me e dato conforto. Alle mie sorelle e, ovviamente a mio padre.
Ed un augurio…
Auguro a tutte le donne di avere l’autostima e di avere tantissima forza. Bisogna essere coscienti che tutte le donne che hanno una famiglia fungono da perno per la serenità, tranquillità e unione della stessa.
Auguro a tutte le donne di non abbattersi mai.
di Antonio Melita – EmmeReports